Carissimi amici, carissime amiche,
mi fa piacere condividere con voi una pulsione che ho sentito dentro me fortissima di integrazione e cambiamento nel modo di affrontare la salute , la malattia, la quotidianità fatta di abitudini, orari, doveri, schemi..
La mia formazione di medico tradizionale, mi ha portata – e mi porta ancora talvolta – ad assumere
toni “imperativi” o di “insegnante”.. e da qui, mi sono resa sempre più conto che gli studi che ho fatto , le scuole che ho frequentato dopo “l’abbandono “ della medicina ufficiale adesso risuonano in me molto più chiaramente.
Io non voglio essere il medico “che cura” la malattia o il disturbo che si è venuto a creare, desidero cambiare questa accezione di medico per ritornare al messaggio “ippocratico” della medicina interpretata come un’ arte finalizzata allo stare in salute.
Difatti, un tempo i medici venivano pagati soltanto finchè i loro clienti stavano bene; se si ammalavano, voleva dire che il medico non aveva fatto bene il suo lavoro…
E questo passaggio quasi “catartico” porta ad almeno due conseguenze :
– restituire responsabilità alle persone
– la guarigione è appannaggio esclusivo dell’interessato, il medico fornisce gli strumenti.
Ma quali sono questi strumenti ?
1) Prima di tutto, il non dare per scontato nulla
2) Fare propria la concezione che noi umani NON siamo solo ossa , muscoli, nervi, apparati più o meno complessi
3) L’alimentazione salutare è uno strumento ma NON E’ L’UNICO che si deve considerare importante
4) ESISTONO altre forme di energia INDISPENSABILI come ossigeno, aria, energie telluriche e cosmiche , luce solare e altre tutte energie invisibili di cui non possiamo fare a meno.
Per poter considerare l’unità “corpo-mente-spirito” di cui tanto si legge e si parla, occorre prima di tutto essere consapevoli o almeno aprirsi a questa possibilità.
Dott.ssa Cecilia Pintori